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Erri De Luca, deux voix pour un même crime.

LE FIGARO

“Se peut-il que l’adolescent italien de Tu, mio (1998), transformé par sa rencontre avec la mystérieuse Caia, un été des années 1950, sur une île de pêcheurs, soit devenu le narrateur du Tort du ­soldat (2012), le vingt-troisième ­livre traduit d’Erri De Luca?

On ne peut pas écarter l’hypothèse, romanesque à souhait. La colère du gamin qui n’hésitait pas à faire le coup de poing avec des touristes allemands ayant eu la mauvaise idée d’entonner un chant nazi à quelques mètres de Caia, rescapée de la Shoah, trouve ici son prolongement. Présent aux commémorations du cinquantenaire de l’insurrection du ghetto de Varsovie, le narrateur se rend ensuite à Auschwitz et Birkenau. Là, face à l’énormité de «l’irréparable», cet homme qui ne sait pas prier n’a d’autre solution que de s’endormir quelques instants. «La plaine de la Haute-Silésie était immobile, l’air à peine agité de papillons noirs. C’était une terre sourde-muette.»

L’anéantissement d’une communauté le pousse, à son retour, à en apprendre la langue mori­bonde: «Le yiddish a été mon entêtement de colère et de réponse. Une langue n’est pas morte si un seul homme au monde peut encore l’agiter entre son palais et ses dents, la lire, la marmonner, l’accompagner sur un instrument à cordes.» On sait qu’Erri De Luca décida d’apprendre l’hébreu et le yiddish pour mieux s’immerger dans la Bible, qu’il lit chaque jour sans être croyant pour autant. Son personnage, qui lui ressemble bougrement, passe chaque mois de juillet dans les Dolomites à lire, écrire et escalader les montagnes. Et, cette année-là, à traduire en italien une nouvelle yiddish ­d’Israel Joshua Singer, le frère aîné du Nobel Isaac Bashevis.

Kabbalistes de tous bords

Ce solitaire qui voit dans la nature des lettres d’alphabets, des mots, des signes, croise dans une auberge une grande femme qui lui offre un sourire comme «un courant d’air qui ouvre une fenêtre». Elle est bientôt rejointe par un homme de haute stature qui se révèle être son père. Pris par son travail sur les mots, le narrateur ne s’aperçoit pas qu’il en prononce certains à haute voix et que cela perturbe le vieil homme. Le premier récit s’arrête peu après et le second commence.

C’est la femme au sourire qui raconte sa drôle d’histoire à côté de celui qu’elle a longtemps cru être son grand-père et un facteur sans histoire, et qui se révèle être son père et un criminel de guerre en cavale. Le vieux nazi n’a qu’un regret: avoir perdu la guerre. Il s’est, lui aussi, mis à étudier la kabbale hébraïque et à voir dans les lettres et les chiffres des preuves de l’échec du nazisme.

Le récit de sa fille est celui d’un être à qui on a longtemps menti et qui ne ressent pas de colère. Elle «s’occupe» de son père, observe sa paranoïa mais ne juge pas. Son histoire ne prend de la couleur que lorsqu’elle évoque les vacances d’été de son enfance et sa rencontre avec un fils de pêcheur sourd-muet qui lui a appris à nager et à manger des oursins crus. Dans ces pages lumineuses, on retrouve la magie de Tu, mio. Coïncidence?”

«Le Tort du soldat», d’Erri De Luca,traduit de l’italien par Danièle Valin, Gallimard, 89 p., 11 €.

OH!PEN IT!_ti consigliamo il Cinema!

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Durante questo periodo di feste natalizie sono molte le cose che si possono fare per passare del bel tempo in compagnia di amici e parenti, così, dopo aver giocato a carte, mangiato fino a saziarsi le mille e mille ghiottonerie tipiche del Natale e festeggiato con ogni mezzo possibile, perché non andare al cinema?

OH!PEN IT, questa settimana sarà dedicato ad un film uscito nelle sale in questo periodo, si tratta del 53° Capolavoro d’animazione Disney: “Frozen – Il Regno di ghiaccio”  diretto da Chris Buck e Jennifer Lee. Un film perfetto per ammirare al meglio  la bellezza dell’inverno tipica di questo magico periodo natalizio.

November 1st, 2013 @ 20:51:56

La trama: “Frozen – Il Regno di Ghiaccio”

Nell’immaginario regno di Arendelle, situato su un fiordo, vivono due sorelle unite da un grande affetto. Un giorno, però, il magico potere di Elsa di comandare la neve e il ghiaccio per poco non uccide la più piccola Anna. Cresciuta nel dolore di quel ricordo, Elsa chiude le porte del palazzo e allontana da sé l’amata sorella per lunghi anni, fino al giorno della sua incoronazione a regina. Ma ancora una volta l’emozione prevale, scatena la magia e fa piombare il regno in un inverno senza fine. Sarà Anna, con l’aiuto del nuovo amico Kristoff e della sua renna Sven, a mettersi alla ricerca di Elsa, fuggita lontano da tutti, per chiederle di tornare e portare l’atteso disgelo.
Dell’ispirazione dichiarata, fornita da una delle fiabe più ermetiche e suggestive di Andersen, “La regina delle nevi”, c’è ben poco, a parte la scheggia di ghiaccio nel cuore e il viaggio di una ragazzina per riportare a casa l’oggetto del suo amore. Ma questo racconto più tradizionale, sceneggiato da Jennifer Lee, ha un suo appeal, differente, nell’urgenza emotiva che porta in scena e nell’originalità dei personaggi principali, nessuno dei quali si svela del tutto al primo ingresso. Così come il dono di Elsa ha un risvolto maledetto, anche i sentimenti di Anna acquistano infatti un’imprevista doppiezza, parallela a quella di Kristoff, per non parlare di quella molto meno ingenua che anima il principe Hans. 

Con questa produzione la Disney sembra rilanciare in modo ancora più attivo il messaggio già affrontato con “Ribelle – The Brave” consigliando alle aspiranti giovani principesse della società contemporanea di non aspettare il principe azzurro per sentirsi all’altezza della risoluzione della propria esistenza.

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“Frozen” is the coolest comedy-adventure ever to hit the big screen. When a prophecy traps a kingdom in eternal winter, Anna, a fearless optimist, teams up with extreme mountain man Kristoff and his sidekick reindeer Sven on an epic journey to find Anna’s sister Elsa, the Snow Queen, and put an end to her icy spell. Encountering mystical trolls, a funny snowman named Olaf, Everest-like extremes and magic at every turn, Anna and Kristoff battle the elements in a race to save the kingdom from destruction.

OH!PEN IT!_ti consigliamo il Cinema!

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Eccoci rapidamente giunti a questo nuovo Lunedì all’insegna del cinema con OH!PEN IT|. Le feste si stanno avvicinando ed è quasi ora di stilare una lista dei film che durante il mai abbastanza tempo libero delle vacanze dobbiamo assolutamente vedere in compagnia di parenti ed amici!, naturalmente oltre l’abbondante dei tradizionali film natalizi (di cui parleremo nel dettaglio la prossima settimana) ci sono tantissime opere del cinema di ieri e di oggi che meritano di essere “studiate” in famiglia!. Per l’articolo di oggi abbiamo scelto, “Blow up” di Michelangelo Antonioni del 1966.

Here we are to this new Monday dedicated to the cinema with the new format OH!PEN |T. The holidays are very close and it is time to make a list of movies to watch during the holidays with family and friends! For this week we have chosen “Blow up” by Michelangelo Antonioni, 1966.

Chi è stato Michelangelo Antonioni?

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E’ stato un registasceneggiatoremontatorescrittore epittore italiano, considerato uno dei più grandi registi della storia del cinema. Autore di riferimento del cinema moderno, fin dall’esordio nel 1950 con Cronaca di un amore, pellicola che “segna la fine del neorealismo e la nascita di una nuova stagione del cinema italiano”, Antonioni ha firmato alcune delle pagine più intense e profonde del cinema degli anni sessanta e settantaIn particolare, tra il 1960 e il 1962, grazie alla sua celebre “trilogia dell’incomunicabilità”, composta dai tre film in bianco e neroL’avventura,La notte e L’eclisse (con protagonista la giovane Monica Vitti, al tempo compagna di Antonioni anche nella vita), considerati a buon diritto le prime opere cinematografiche che affrontano i moderni temi dell’incomunicabilità, dell’alienazione e del disagio esistenziale, Antonioni riesce a “rinnovare la drammaturgia filmica” e a creare un forte “smarrimento” tra pubblico e critica, che accolgono queste opere “formalmente molto innovative” in “maniera contrastante”. Con i successivi Il deserto rosso (1964Leone d’oro al miglior film al Festival di Venezia) e Blow-Up (1966Palma d’oro al Festival di Cannes del 1967) si consacra definitivamente all’attenzione internazionale vincendo i più prestigiosi Festival cinematografici. Negli anni settanta prosegue la sua ricerca sulla “crisi della modernità”, con opere discusse ed innovative quali Zabriskie Point del 1970 (un atipico road movie di grande originalità formale e narrativa e di forte critica al consumismo) e Professione: reporter del 1975.

Michelangelo Antonioni was an Italian film director,screenwritereditor, and short story writer. Best known for his “trilogy on modernity and its discontents”—L’Avventura (1960), La Notte(1961), and Eclipse (1962)—Antonioni “redefined the concept of narrative cinema” and challenged traditional approaches to storytelling, realism, drama, and the world at large. He produced “enigmatic and intricate mood pieces” and rejected action in favor of contemplation, focusing on image and design over character and story. His films defined a “cinema of possibilities”. Antonioni received numerous awards and nominations throughout his career, including the Cannes Film Festival Jury Prize (1960, 1962),Palme d’Or (1966), and 35th Anniversary Prize (1982); the Venice Film Festival Silver Lion (1955), Golden Lion (1964), FIPRESCI Prize(1964, 1995), and Pietro Bianchi Award (1998); the Italian National Syndicate of Film Journalists Silver Ribbon eight times; and an honorary Academy Award in 1995.

Blow Up by Michelangelo Antonioni

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La storia è imperniata su Thomas, uno scontroso ma molto affascinante fotografo londinese di moda. Egli non è solo un fatuo protagonista dell’ambiente ricco e raffinato della Swinging London anni sessanta, ma anche un artista attento al sociale: sta infatti realizzando un libro fotografico avente come soggetti, spesso inconsapevoli, i ‘clochards’ frequentanti le strade londinesi. Comunque Thomas è egocentrico e non soddisfatto completamente. Ha un buon lavoro e molto tempo libero, gira per Londra con una Rolls Royce decapottabile e non ha certo problemi con le donne. È proprio cercando l’ispirazione per gli ultimi scatti da inserire nel libro che, dopo aver visitato un negozietto d’antiquariato consigliatogli da un amico, in un parco periferico egli s’imbatte in due amanti e scatta loro delle foto cercando di rimanere nascosto dietro gli alberi o i cespugli. Ma la donna della coppia lo scopre e successivamente si presenta allo studio fotografico del meravigliato Thomas per farsi dare, a tutti i costi, la pellicola contenente le foto “incriminate”. Con uno stratagemma Thomas le consegna un rullino diverso da quello usato nel parco e poi, assai intrigato dal comportamento misterioso della donna, inizia ad indagare, ingrandendo (il cosiddetto Blow-Up) le fotografie. Sembra che esse rivelino un assassinio, ma gli scatti non sono del tutto comprensibili. Così il protagonista continua nella sua investigazione: torna al parco dove ha scattato le foto e scopre effettivamente il cadavere dell’amante della donna. Ma al suo ritorno allo studio fotografico ha l’amara sorpresa di non trovare più ne’ il negativo ne’ le stampe ingrandite, presumibilmente sono stati rubati. Inoltre l’amico a cui ha chiesto di andare con lui al parco non è più in grado di ragionare, sotto gli effetti della marijuana che viene distribuita ai partecipanti ad una festa privata; lo stesso Thomas poi si unisce al festino risvegliandosi stordito la mattina dopo. Tornato al parco, questa volta con la macchina fotografica per documentare quanto ha visto la notte precedente, non può che constatare che il cadavere è sparito. Il finale è pessimistico, la verità resta sfuggente, l’arte deve arrendersi alla sua finzione. Nell’epilogo infatti si vede una partita di tennis alla quale una compagnia di mimi ‘gioca’ senza palle né racchette, e un Thomas ormai persuaso di aver immaginato tutto: ‘segue’ con gli occhi la traiettoria e poi ‘sente’ il tipico rumore della pallina percossa dalle inesistenti racchette.

The plot is a day in the life of a glamorous fashion photographer (Hemmings), inspired by the life of an actual “Swinging London” photographer, David Bailey. It begins after spending the night at a doss house where he has taken pictures for a book of art photos. He is late for a photo shoot with Veruschka at his studio, which in turn makes him late for a shoot with other models later in the morning. He grows bored and walks off, leaving the models and production staff in the lurch. As he leaves the studio, two teenage girls who are aspiring models (Birkin and Hills) ask to speak with him, but the photographer drives off to look at an antiques shop. Wandering into Maryon Park, he takes photos of two lovers. The woman (Redgrave) is furious at being photographed. The photographer then meets his agent for lunch, and notices a man following him and looking into his car. Back at his studio, Redgrave arrives asking for the film, but he deliberately hands her a different roll. She in turn writes down a false telephone number to give to him. His many enlargements of the black and white film are grainy but seem to show a body in the grass and a killer lurking in the trees with a gun. He is disturbed by a knock on the door, but it is the two girls again, with whom he has a romp in his studio and falls asleep.  As evening falls, the photographer goes back to the park and finds a body, but he has not brought his camera and is scared off by a twig breaking, as if being stepped on. The photographer returns to his studio to find that all the negatives and prints are gone except for one very grainy blowup showing the body. After driving into town, he sees Redgrave and follows her into a club where The Yardbirds, featuring both Jimmy Page and Jeff Beck on guitar, are seen playing. At a drug-drenched party in a house on the Thames near central London, he finds both Veruschka – who had told him that she was going to Paris, and when confronted, she says she is in Paris – and his agent (Peter Bowles), whom he wants to bring to the park as a witness. However, the photographer cannot put across what he has photographed. Waking up in the house at sunrise, he goes back to the park alone, but the body is gone. Befuddled, he watches a mimed tennis match, is drawn into it, picks up the imaginary ball and throws it back to the two players. While he watches the mime, the sound of the ball being played is heard. As the photographer watches this mimed match alone on the lawn, his image fades away, leaving only the grass as the film ends.

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OH!PEN IT!_ti consigliamo il Cinema!

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Anche questo lunedì ecco la nostra rubrica sul cinema OH!PEN IT! giunta al suo primo “mesiversario” di chicche e consigli sul cinema di ieri e di oggi. Questa settimana abbiamo pensato di proporvi “Barry Lyndon” di Stanley Kubrick.

Also this Monday here’s our format about cinema OH!PEN IT! that is now “on the scene” since a month of advices and curiosity about the cinema of yesterday and today. This week we decided to write on “Barry Lyndon” by Stanley Kubrick.

Stanley Kubrick

Stanley Kubrick è stato un registasceneggiatoreproduttore cinematografico,direttore della fotografiamontatorescenografo, creatore di effetti speciali e fotografo statunitense

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Considerato tra i maggiori cineasti della storia del cinema. Kubrick è conosciuto soprattutto per aver affrontato con grande abilità quasi tutti i generi cinematografici: il noir con Il bacio dell’assassino, il thriller con Rapina a mano armata, il peplum con Spartacus, la satira politica con Il dottor Stranamore, la commedia “nera” con Lolita, la fantascienza in 2001: Odissea nello spazio, la fantascienza sociologica in Arancia meccanica, il genere storico in Barry Lyndon, l’horrorcon Shining, il genere guerra con Paura e desiderioFull Metal Jacket e Orizzonti di gloria, il dramma psicologico in Eyes Wide Shut. Ha diretto in totale 13 lungometraggi, ed è stato candidato per 13 volte al Premio Oscar, vincendolo solo nel 1969 per gli effetti speciali di 2001: Odissea nello spazioNel 1997 ha vinto il Leone d’oro alla carriera al Festival del cinema di Venezia.

Considered one of the greatest filmmakers in the history of cinema. Kubrick is known for having dealt with great skill almost all film genres: film noir with Killer’s Kiss, thriller The Killing, the peplum with Spartacus, political satire with Dr. Strangelove, the comedy “black “with Lolita, science fiction in 2001: A space Odyssey, a Clockwork Orange in sociological science fiction, the historical genre in Barry Lyndon, Shining, horrorcorn, the war genre with Fear and Desire, Full Metal Jacket and Paths of Glory, the drama psychological in Eyes Wide Shut. He directed a total of 13 feature films, and was nominated for the Academy Award 13 times, winning only in 1969 for the special effects of 2001: A Space Odyssey. In 1997 he won the Golden Lion for Lifetime Achievement at the Venice Film Festival.

Barry Lyndon by Stanley Kubrick

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Il film Barry Lyndon (1975), diretto da Stanley Kubrick è stato un adattamento cinematografico di William Makepeace Thackeray “La fortuna di Barry Lyndon” (noto anche come Barry Lyndon), un romanzo picaresco che racconta le avventure di un irlandese giocatore d’azzardo del 18° secolo e arrampicatore sociale. La fotografia e le tecniche di illuminazione che Kubrick, insieme al suo direttore della fotografia John Alcott, sono state altamente innovative in particolare per quanto riguarda le scene degli interni, girate con un f/0.7 Zeiss telecamera ad alta velocità appositamente adattata per il film. Le lenti hanno permesso a molte scene di essere illuminate naturalmente senza interventi di luce artificiale creando un naturale effetto bidimensionalePer il film, Kubrick cercò di essere quanto più realistico possibile, utilizzando sul set solamente candele o lumi a olio Tutto ciò per ricreare l’atmosfera tipica del XVIII secoloA ricreare quest’atmosfera collaborarono anche i quadri di autori come Hayez (Il bacio è riproposto in una scena d’amore tra Barry Lyndon e una sua amante), William HogarthJoshua ReynoldsChardinAntoine WatteauZoffany e altri, come ha rivelato lo scenografo Ken Adam.

Barry Lyndon (1975) was an adaptation of William Makepeace Thackeray‘s The Luck of Barry Lyndon (also known as Barry Lyndon), a picaresque novel about the adventures of an 18th-century Irish gambler and social climber. The cinematography and lighting techniques that Kubrick, together with his cinematographer John Alcott, used in Barry Lyndon were highly innovative. Most notably, interior scenes were shot with a specially adapted high-speed f/0.7 Zeiss camera lens originally developed for NASA to be used in satellite photography. The lenses allowed many scenes to be lit only with candlelight, creating two-dimensional, diffused-light images reminiscent of 18th-century paintings. Cinematographer Allen Daviau says that it gives the audience a way of seeing the characters and scenes as they would have been seen by people at the time. A number of production experts have described the efforts that Kubrick took to both acquire the lenses, considered “priceless” by the head of Panavision, and adapt it for use on his camera. He had to have the camera engineered and rebuilt, which made it dedicated for that one lens only. Ed Di Giulio, who rebuilt the camera for Kubrick, says that it is two f-stops faster than even the fastest lenses currently available.

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Erri De Luca ed il valore della vita

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Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca. Considero valore il regno minerale, l’assemblea delle stelle. Considero valore il vino finché dura il pasto, un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si è risparmiato, due vecchi che si amano. Considero valore quello che domani non varrà più niente, e quello che oggi vale ancora poco. Considero valore tutte le ferite. Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe, tacere in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi, provare gratitudine senza ricordarsi di che. Considero valore sapere in una stanza dov’è il nord, qual è il nome del vento che sta asciugando il bucato. Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca, la pazienza del condannato, qualunque colpa sia. Considero valore l’uso del verbo amare e l’ipotesi che esista un creatore. Molti di questi valori non ho conosciuto.

Erri De Luca

Visita al Van Gogh Museum di Amsterdam

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Amsterdam, Day 3.

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IMG_3369 Amsterdam è davvero ricca di attrazioni!, dalla cultura, all’arte al divertimento, tutti gli aspetti di una vacanza  che si rispetti saranno soddisfatti facendo sentire qualsiasi tipo di turista appagato e coccolato dalla città! Tra i numerosi musei di Amsterdam, sotto i riflettori sicuramente spicca il Van Gogh Museum, situato in un già molto interessante quartiere “Dei Musei” appunto. Ho visitato questo meraviglioso museo dedicato  ad un o dei significativi artisti del nuovo “modo di vedere” dell’ 800 e voglio condividere con voi questa  suggestiva  esperienza artistica.

A visit to the Van Gogh Museum is a unique experience. The museum contains the largest collection of paintings by Vincent van Gogh in the world. It provides the opportunity to keep track of the artist’s developments, or compare his paintings to works by other artists from the 19th century in the collection. The museum also holds an extensive offer of exhibitions on various subjects from 19th-century art history.

Van Gogh aan het werk / at work / a lavoro

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L’artista Vincent van Gogh è noto per il suo stile unico e per il suo uso tutto personale del colore. L’immagine el pittore corrisponde a quella di un autodidatta geniale, che stendeva vernice sulla tela in modo spontaneo e con estri impetuosi.

Vincent van Gogh, Self-portrait as a painter (1887-1888), Van Gogh Museum, Amsterdam (Vincent van Gogh Foundation)

 Eppure non c’è niente di più falso: Van Gogh era un pittore che credeva nel mestiere dell’ artigiano, nel  lavorare sodo e che provava in modo sistematico a diventare padrone della propria arte. La mostra  Van Gogh at work ci permette di scoprire come l’artista si sviluppò fino a diventare un pittore unico  dall’opera imponente. Una raccolta di più di 200 dipinti, lavori su carta, taccuini di bozzetti e lettere di  Van Gogh e altri artisti – accompagnata da una selezione di materiali usati dai pittori del XIX

 The anniversary exhibition Van Gogh at work shows how in ten years’ time Van Gogh developed into a  unique artist with an impressive oeuvre. Over 200 works of art provide insight into Van Gogh’s way of  working, including  paintings, works on paper, letters and secolo e manuali per professionisti del settore – permette di comprendere il metodo di lavoro di Van Gogh.

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 Oltre alla vasta collezione permanente del Museo, sarà possibile anche ammirare capolavori presi  in prestito da altre collezioni del mondo intero. Riuniamo in quest’esposizione opere d’arte    che molto raramente possono essere osservate l’una accanto all’altra, come per esempio due  versioni de Girasoli e de La stanza da letto. The anniversary exhibition Van Gogh at work shows  how in ten years’ time Van Gogh developed  into a unique artist with an impressive oeuvre. Over  200 works of art provide insight into Van Gogh’s way of working, including  paintings, works on  paper, letters and personal effects of the painter, such as his original sketchbooks, paint tubes and only surviving palette, from the Musée d’Orsay in Paris.

[Rif. Van Gogh Museum website]

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=awdbtj0me8E]

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OH!PEN IT!_ti consigliamo il Cinema!

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Buon terzo Lunedì del mese di Novembre!, anche questo weekend è terminato, alcuni di noi hanno lavorato, altri si sono dedicati ai propri hobbies ed altri ancora ne avranno approfittato per lasciare la città per il fine settimana e rilassarsi lontano dal chaos urbano!, puntuale, proprio come la fine del Weekend torna la nostra rubrica di OH!PEN, OH!PEN IT proponendovi il terzo capolavoro cinematografico scelto per questa settimana, “Effetto Notte” di Francois Truffaut (1973).

Happy Third Monday of November!, This weekend is over, some of us have worked, others have dedicated themselves to their hobbies and still others will have the opportunity to leave the city for the weekend and relax away from the urban chaos!, on time, just like the back end of the Weekend section of our OH! PEN, OH! PEN IT proposing the third cinematic masterpiece chosen for this week, “Night Effect” by Francois Truffaut (1973).

Chi è stato François Truffaut?

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François Truffaut è stato un registasceneggiatoreproduttore cinematograficoattore e critico cinematografico francese. Importante protagonista del cinema francese tra gli anni sessanta e settanta, assieme agli amici e colleghi Jean-Luc GodardClaude ChabrolEric Rohmer e Jacques Rivette diede vita a una nuova corrente cinematografica denominata “nouvelle vague”, letteralmente “nuova ondata”, che traeva ispirazione dalla passata stagione del Neorealismoitaliano e che influenzerà successivamente numerosi registi americani della New Hollywood.

François Roland Truffaut was a French influential film directorscreenwriterproducer,actor, and film critic, as well as one of the founders of the French New Wave. In a film career lasting over a quarter of a century, he remains an icon of the French film industry, having worked on over 25 films. Truffaut’s film The 400 Blows came to be a defining film of the French New Wave movement.

Effetto Notte / La Nuit américaine

Effetto notte (La Nuit américaine) è un film del 1973 diretto da François Truffaut. Il titolo si riferisce a una tecnica cinematografica, nota appunto come effetto notte, che consiste nel rendere “notturna” una ripresa fatta in piena luce grazie all’inserimento di un filtro blu davanti all’obiettivo. Il film è rinomato per essere una delle più importanti opere della cinematografia di ogni tempo e non solo della carriera di Truffaut: per esempio, la rivista statunitense TIME l’ha inserito nella lista dei 100 migliori film di tutti i tempi ed il mensile italiano Ciak gli ha dato lo stesso riconoscimento nel libro 100 capolavori. Fu presentato fuori concorso al 26º Festival di Cannes, dove venne proiettato per la prima volta il 14 maggio. Produzione e retroscena durante la lavorazione del film Je vous presente Pamela (Vi presento Pamela), girato negli studi della Victorine a Nizza: la vita e il lavoro degli attori, dei membri della troupe cinematografica e del regista, Ferrand. Dal primo all’ultimo giorno delle riprese i problemi della lavorazione s’alternano con i rapporti personali tra i vari componenti della “troupe” e con la storia del film nel film. Pur costruito su incastri e incroci, ricco di citazioni, autocitazioni, allusioni, è un film che viaggia come un treno nella notte.

La Nuit américaine is a 1973 French film directed by François Truffaut. It stars Jacqueline Bisset and Jean-Pierre Léaud. In French, nuit américaine (American night) is a technical process whereby sequences filmed outdoors in daylight are shot using tungsten (artificial light) or infrared film stock and underexposed (or dimmed during post production) to appear as if they are taking place at night. In the English-speaking world the film is known as Day for Night, which is the equivalent English expression for the process. La Nuit américaine chronicles the production of Je Vous Présente Paméla (Meet Pamela, also referred to as I want you to meet Pamela), a clichéd melodrama starring aging screen icon, Alexandre (Jean-Pierre Aumont), former diva Séverine (Valentina Cortese), young heart-throb Alphonse (Jean-Pierre Léaud) and a British actress, Julie Baker (Jacqueline Bisset) who is recovering from both a nervous breakdown and the controversy leading to her marriage with her much older doctor. In between are several small vignettes chronicling the stories of the crew-members and the director; Ferrand (Truffaut himself) tangles with the practical problems one deals with when making a movie. Behind the camera, the actors and crew go through several romances, affairs, break-ups, and sorrows. The production is especially shaken up when : one of the secondary actresses is revealed to be pregnant, later Alphonse’s fiancee leaves him for the film’s stuntman, which leads Alphonse into a palliative one night stand with an accommodating Julie, whereupon mistaking Julie’s pity-sex for true love, the infantile Alphonse informs Julie’s husband of the affair. Finally, Alexandre dies on the way to hospital after a car accident.

[Rif. Wikipedia / Effetto Notte / Truffaut]

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[youtube http://www.youtube.com/watch?v=hJ1nZ1y9_ak]

Una colazione al volo / A quick Breakfast in Amsterdam

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and “A Quick Breakfast in Amsterdam”

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Si sa,  in viaggio si cammina sempre molto e, passando davanti le tante vetrine piene delle più diverse leccornie, la colazione rappresenta uno dei più appetitosi ed importanti pasti della giornata…soprattutto ad Amsterdam! La cucina Olandese oltre ad avere un sua tipicità risente molto delle influenze internazionali che costituiscono la sua società multietnica, ma prima di tutto…

Walking Around in Amsterdam makes us want to eat some of the amazing sweet in the streets…The Dutch cuisine as well as having its typical strongly affected by international influences that make up its multi-ethnic society, but first of all …

La tipica colazione Olandese: La colazione tipica olandese prevede pane fresco con burro e marmellata, prosciutto e dolci con cannella, zenzero e chiodi di garofano, accompagnati da tè o caffè.

The typical Dutch breakfast includes fresh bread with butter and jam, ham and pastries with cinnamon, ginger and cloves, accompanied by tea or coffee.

Ed i dolci tipici?

Appelflap: Dolce olandese da forno simile allo strudel, preparato con pasta sfoglia e mele;  

Kruidnoten: tradizionale dolce olandese consumato durante la festa di Sinterklaas (Santa Claus o San Nicola), la vigilia del 5 dicembre.

Oliebollen: sono frittelle dolci di forma sferica tipiche della notte di Capodanno e delle fiere di paese. In inglese sono tradotte spesso come Dutch Doughnuts (ciambelle olandesi).

Spekkoek (anche chiamata Spiku in alcune città dell’Indonesia) o più popolarmente chiamata lapis legit in Indonesia è una torta a strati tipica della cucina olandese.

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Cosa si trova passeggiando per le vie del centro?  Dolci molto colorati, frutto di una razionale fusione dei più celebri “Dolcetti di strada” del nord Europa come i famosi Waffle, le dolcissimi Donuts, i Croissant ricoperti di glassa al cioccolato e molti altri.

What is strolling through the streets of downtown? Sweets are very colorful, the result of a rational fusion of the most famous “Treats of the road” of northern Europe such as the famous Waffle, the sweet donuts, the Croissant covered with chocolate and many others delicious sweets.

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Donuts: I donuts (doughnuts) sono le famose ciambelle americane: morbidi e golosi dolcetti fritti coperti da coloratissime glasse.

Doughnut: A doughnut or donut is a type of fried dough confectionery or dessert food. The doughnut is popular in many countries and prepared in various forms as a sweet snack that can be homemade or purchased in bakeries, supermarkets, food stalls, and franchised specialty outlets.

OH!PEN to Amsterdam

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OH!PEN di nuovo in volo in giro per l’Europa, questa volta destinazione Amsterdam, Paesi Bassi, tutti conoscono questa bellissima città  ma chissà quante nuove esperienze ci regalerà questo viaggio!

amsterdam

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